venerdì 2 dicembre 2011

vedi di non essere troppo serio


odio essere serio
anche perché non so esattamente cosa voglia dire
e non ho interesse a saperlo

neanche un pò
desidererei vivere
senza saperlo...
ohibò

giovedì 19 maggio 2011

Amore

Ho come l'impressione, guardandomi attorno, che gli adolescenti, oggi, perdano la verginità all'età in cui io mi divertivo a nutrire i ragni ma, ascoltando i loro discorsi, temo che moriranno vergini d'amore. [ Roberto Benigni ]

domenica 10 aprile 2011

Che è successo di bello…?

Un post di Lidia Ravera pubblicato anche sul Fatto Quotidiano:


"Sto due giorni a Zurigo, felicemente rinchiusa in un convegno sulla (agonizzante) lingua italiana. Non guardo la televisione. Non leggo i giornali. Ascolto. Critici, scrittori, professori. Recito il mio speech: “Le conseguenze delle parole”. Torno. Chiedo a M., che è venuto a prendermi all’aeroporto: “Che è successo di bello?”. Dice, più o meno:

Il Presidente del Consiglio è andato a Lampedusa, ha annunciato che in 48 ore risolve tutto, che si è comprato una casa, che toglierà le tasse ai lampedusani, che metterà un campo da golf e che aprirà un casinò. Il Presidente della Camera, invece, si è preso un giornale in faccia e un vaffanculo dal ministro della Difesa. Una deputata diversamente abile è stata apostrofata con la frase “handicappata di merda” o “del cazzo”, non mi ricordo. Il ministro della Giustizia ha tirato il suo documento di identità addosso al leader dell’Italia dei Valori il quale l’ha preso al volo e da allora lo mostra in televisione come un trofeo. Il Presidente della Repubblica si è detto preoccupato.

L’ho guardato, stava guidando. Era serio serio. Ho detto: “E poi?”. “E poi niente.”, ha detto lui. Ho scartato tutti i possibili commenti. Quelli spiritosi. Quelli disgustati. Quelli indignati. Quelli increduli. Dopo quattro minuti di silenzio, ho detto, a bassa voce: “Ma che cosa ci sta succedendo? Perchè non riusciamo a liberarci di questa feccia? Ci sarà pure un modo. Votare, partire, sparare, lasciarsi morire… Questo Paese è troppo migliore di chi lo governa, la forbice si sta aprendo. All’università, a Zurigo, la sala era piena di studenti di italianistica… si parlava di Gadda, di Svevo, di Pirandello… c’erano Ferroni, Barilli, Laporta… c’erano Scurati e Cavazzoni… Gli studenti, gli studiosi all’estero, ancora guardano all’Italia con passione, studiano la nostra lingua… Perché non riusciamo a reagire, a dire basta, a ricominciare a lavorare, a crescere, a pensare, a capire, a migliorare… che cos’è questo brutto incantesimo, perché non ci possiamo svegliare?”. Non ha risposto, M. , si è stretto nelle spalle. Oggi ho guardato, in rete, la registrazione video offerta in pasto a tutti noi da Repubblica. Il Presidente del Consiglio raccontava, con la verve ammuffita di un rianimatore di cariatidi, una barzelletta. Quella della mela che davanti sa di culo ma, se hai fortuna, girandola, sa di figa.

Attorno a lui, con impeccabili tempi da teledipendenti lobotomizzati, una quarantina di uomini adulti, hanno appaludito. Ridevano per la parola culo, per la parola figa. All’unisono. Con vigore. Avevano, tutti quanti, addosso, la fascia tricolore. (Buon compleanno, unità d’Italia!).

Allora ho capito. Dobbiamo incominciare dal basso, liberarci, innanzitutto, degli opportunisti, dei leccaculi, dei servi, degli imbecilli, dei cafoni, degli ignoranti. Dobbiamo togliergli il suo brodo di coltura (o cultura), lasciarlo a secco, sgominare i suoi sudditi dementi & disperati, i senzatalento, i senzadignità, i senzaprincipi… Coraggio. E’ un lavoraccio, lo so. Ma ce la possiamo fare.

(C’era una sola donna, in sala. Immagino che abbia riso anche lei)."

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Anima

Un articolo sull'Unità di Vincenzo Cerami:
"Aspettando tempi migliori, ingoiando rospi indigeribili mentre, schifati, voltiamo la faccia prima di qua e poi di là, circondati da gente da galera, guai ad avvilirsi più di tanto. Non hanno il diritto di strapparci l’anima. Sono potenti, ma noi abbiamo la forza del disprezzo. Tanto orrore l’Italia non l’ha mai conosciuto nella sua storia: centocinquant’anni di speranze buttati nel cesso. Siamo costretti a vivere con la maschera antigas in questo paese imputridito.
Ma teniamo cara l’anima, non ci è costata un soldo ed è il nostro bene più prezioso. Se siamo ridotti in questo stato pietoso è perché molti cittadini non esistono, vanno col vento che tira, dissanguati, svuotati di ogni sostanza umana. Rifiutiamoci di aver pena per loro e chiudiamoci in un sano egoismo dove ritrovare la gioia di esistere che un tempo era il vero tesoro dei poveri. Non ci consoli lo squallore di chi ha messo in ginocchio la nostra patria, non ci plachi l’ira la loro miserabile vita. Sono analfabeti a cui nessuno ha mai letto la Bibbia, dove è scritto che nasciamo nudi, senza niente in mano e ce ne andiamo all’altro mondo così come siamo arrivati, senza portarci dietro le cose che abbiamo accumulato. Vivere senz’anima dal nulla al nulla rende gli uomini aridi, anche nelle più eccelse glorie. Rende gli uomini vermi. Oggi l’Italia è un verminaio. L’unica comunità fertile è quella delle anime. Riconosciamoci in questa nicchia felice per imparare a godere della nostra diversità, di un freddo sdegno verso uomini infami che ci vorrebbero come loro. Ridiamo della loro miseria e non perdoniamoli solo perché non sanno quello che fanno.
"

Bellissimo, un Manifesto a cui aderisco con ogni cellula. Visto che siamo in Italia, al posto di anima, forse avrei usato la parola francese esprit.

venerdì 25 marzo 2011

Sentire

Alcuni sentono con le orecchie,
altri con lo stomaco,
altri ancora con le loro tasche;
altri non sentono affatto.
K. Gibran

domenica 20 febbraio 2011

Verità

Se vuoi raggiungere la nuda verità
non preoccuparti di giusto e sbagliato
il conflitto fra giusto e sbagliato
è la malattia della mente.

Meccanica quantistica

Così "lo spazio dice alla materia come deve muoversi e la materia dice allo spazio come deve incurvarsi"
non ci si può spostare, fiatare, aprire gli occhi... senza perturbare qualcosa.

L'Universo ci sente e, forse, financo ci ascolta.

Costretto al silenzio

Sono un cuoco assassinato dal cibo, ucciso dai vapori della cottura, asfissiato dalle innumerevoli varietà delle combinazioni di sapori e odori
senza forza, né slancio 
La speranza a cui appendo ogni gesto (compiuto nella sconcertante certezza dell'inevitabile) sta all'immaginaria confluenza dei desideri come un piccolo di cobra ad un futuro da dentista.
Credetemi.
Se urlo è per l'angoscia di vedermi costretto al silenzio...
senza parole
immagini fotografiche
rincorse per sentirne la voce

Le parole hanno un peso

Le parole hanno un peso
sono fatte di materia
parole di materia
depositate nel fondo oscuro
in cui nascono i desideri
parole come piume di cristallo
Ci sono istanti in cui credo a tutto
tutto ciò che mi dici
ci sono istanti in cui so di vederti
di vederti persino con le orecchie
e naturalmente
ascoltarti con gli occhi
tanto sono assetato
faccio scorrere la lingua sui tuoi odori
Ci sono istanti in cui sono colmo di te
e vivo

lunedì 14 febbraio 2011

Ballata delle Donne

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano.

Edoardo Sanguineti